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 Eremo dei Frati Bianchi
Storia dell’Eremo delle Grotte
L’eremo delle Grotte è situato nella “vallata del Corvo”, all’interno di uno splendido bosco secolare dichiarato Area Floristica Protetta. La tradizione agiografica sostiene che l’eremo sia stato fondato da S. Romualdo intorno all’anno 1000, ma la prima testimonianza scritta circa l’esistenza di una grotta scavata in questo sito si ha solo a partire dal 1294, con l’abitazione della stessa da parte dell’eremita Giovanni Maris prima e Matteo Sabbatini fino al 1320.
Le Grotte tornano ad essere occupate dal 1420 al 1466 dai Fraticelli dell’Opinione che quì si rifugiarono poichè perseguitati dalla Chiesa come eretici.
Dal 1509 al 1522 l’eremo è stato abitato dal monaco camaldolese Antonio da Recanati, il quale scavò la prima chiesa nella parete tufacea. Nel 1524 si ha la prima vera e propria fase costruttiva dell’eremo, quando il camaldolese Paolo Giustiniani fonda in questo sito un vero e proprio eremo su modello coronese e realizza 3 corpi di fabbrica in muratura a ridosso della parete tufacea, il muro di cinta e il portale d’ingresso. Questi 3 corpi di fabbrica erano collegati fra loro e formavano un trapezio aperto nel lato sud.
Al 1586 risale, invece, la costruzione di una “corona di 5 laure” (gruppo di celle formate da piccole casette ognuna separata dalle altre, dotate di un orto ciascuna e di recinto ma con una chiesa in comune). In occasione della costruzione delle laure, 2 dei corpi di fabbrica costruiti nel 1524, furono probabilmente ristrutturati. Risalente a questo periodo e allineata alle 5 laure doveva essere presente una foresteria, che sarà poi inglobata nelle strutture della fase successiva. Probabilmente anche il campanile risale a questa fase costruttiva. Nel 1660 viene decretato l’abbattimento delle piante secolari, che crescevano al di sopra della parete tufacea: le celle erano divenute pericolanti a causa dell’escavazione delle grotte.
Nel 1783 il priore delle Grotte, don Apollonio Tucchi, appassionato ed esperto d’architettura, decise la ristrutturazione e l’ampliamento dell’eremo con interventi da lui stesso progettati: 2 delle laure vengono abbattute e viene costruito l’ultimo corpo di fabbrica che chiude il quarto lato del trapezio formato dagli altri 3 corpi di fabbrica, parallelo al “fosso del Corvo”, il quale va ad inglobare la foresteria. In questa fase è stato anche ristretto il cortile interno e ristrutturate e ampliate la cappella di S. Romualdo e la chiesa di S. Giuseppe.

 

Nel maggio 1810 un decreto napoleonico soppresse tutte le collegiate, le abbazie, le confraternite, i monasteri e gli eremi che contenevano meno di ventiquattro religiosi: toccò, quindi, anche all’eremo delle Grotte chiudere i battenti. Nel 1820 i religiosi furono autorizzati a rioccupare gli abbandonati eremi e monasteri; l’eremo delle Grotte fu rioccupato solo a partire dal 1822. Al 1826 risale invece la decorazione degli ambienti: sala capitolare, biblioteca, cappella di S. Romualdo e chiesa di S. Giuseppe. Nel 1861 con l’unità d’Italia l’eremo cambiò nome da eremo delle Grotte del Massaccio ad eremo delle Grotte di Cupramontana; nel 1866 fu prevista la requisizione degli edifici monastici maschili entro il primo gennaio 1867. Nel maggio 1874 gli eremiti tornarono ad abitare l’eremo: il complesso eremitico, infatti, fu acquistato dal principe romano Scipione Borghese Salviati che lo donò alla Congregazione eremitica proprietaria prima che il Governo la espropriasse.
Nel 1925 gli eremiti coronesi chiusero l’eremo delle Grotte che fu affidato in custodia al Parroco di S. Lorenzo di Cupramontana. La Storia dell' Eremo delle Grotte
Il bosco dei Frati Bianchi
La ristrutturazione dell' Eremo dei Frati Bianchi

 


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